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SCUOLA PARENTALE PIEVE DEL PINO BOLOGNA

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DIARIO

L’anno è cominciato da ormai qualche mese e passate le vacanze di Natale vorremmo condividere con voi genitori i nostri passi e qualche evento che ha permesso di arrivare qui e ora.

L’idea che ispira la nostra didattica è quella di non voler fornire solo contenuti e nozioni in modo sterile ed accademico. Siamo convinti infatti, che ai fini dell’apprendimento sia necessario per il bambino acquisire i concetti attraverso un’esperienza pratica, finalizzata a mostrare ciò che viene insegnato. Ecco spiegata l’esigenza di unire alla didattica più teorica una parte esperienziale pensata appunto come consolidamento. Questo modus operandi, permettendo di far emergere le caratteristiche individuali di ciascun bambino, sviluppa pensiero critico e talenti.

Abbiamo così creato i poli di studio, mattine sui banchi pomeriggi all’aperto.

Inizia così la Scuola (progetto come gruppo informale) con i nostri obiettivi, i nostri sogni e il desiderio di iniziare a costruire un futuro educativo/culturale più a misura di bambino partendo innanzitutto da un riconoscimento.

Iniziamo così a percorrere le prime settimane di questo nuovo anno scolastico che sono state le più ricche e intense della nostra vita…

Inizialmente ci è sembrato di volare.

Giocando stavamo imparando e lo facevamo divertendoci da morire.

Allora abbiamo dato il via a scavi nel nostro meraviglioso giardino, creando una vera e propria caccia al tesoro con tanto di mappe, per comprende il metodo di ricerca storica, dando così un assaggio di archeologia.

Scritture creative per comprendere cosa c’è dentro di noi, dentro la nostra mente infinita…

Costruzione di vere e proprie città e porti attraverso l’uso e la lettura di simboli e legende che ci hanno aiutato a comprendere le diversità nel territorio che ci circonda.

Abbiamo studiato inoltre la storia costruendo con le nostre mani la sua struttura, siamo così entrati in quel tempo attraversando usi, costumi e cultura con i laboratori di sartoria, di agricoltura, e di teatro.

Ci siamo messi in cerchio seduti sul pavimento condividendo opere d’arte che comunicando con i nostri cinque sensi ci hanno permesso di estendere visione e immaginazione.

Abbiamo approcciato alla geometria e alla matematica introducendo il linguaggio matematico della natura, aprendosi così al concetto di unità delle forme che sono state riconosciute come universali e non più frammentarie.

Potevamo continuare con coraggio a precorrere questa via (la via della liberazione) ma poi una scuola deve portare il bambino a diventare adulto, e l’adulto inevitabilmente si deve poi confrontare con questa società, con schemi che hanno iniziato solo ora ad evidenziare qualche falla ma che ancora sono in essere….

La svolta è stata portata direttamente dai bambini, nel senso che il nostro programma era pensato forse per una società già pronta, per una società che opera già in un certo modo, ma non è ancora tempo. Questo è tempo di transito, di preparazione, è il momento del passaggio tra un’epoca e un’altra.

I bambini, pur avendo la stessa età, sono arrivati da noi con preparazioni enormemente distanti l’una dall’altra ma la cosa positiva e straordinaria è stata che ciascuno di loro ha presentato un pensiero critico giustamente già posizionato e questo ha permesso un confronto tra noi e loro molto più costruttivo.

Per poter continuare la nostra didattica abbiamo dovuto in questi mesi paradossalmente rallentarla…cercando con un enorme lavoro di portare tutti i bambini allo stesso livello (ovviamente per età e per classi di appartenenza), creando un nuovo punto di partenza comune su cui poi iniziare a lavorare. Abbiamo così costruito delle solide basi da cui far partire il discorso della conoscenza, recuperato aspetti che forse erano stati tralasciati da una scuola che considera ancora la diversità e il tempo personale come un problema. Una scuola che dimentica o etichetta caratteristiche individuali interessanti senza riconoscerle come ottimi spunti sui quali invece lavorare.

Noi invece, come scuola, aiutati anche dal numero volutamente esiguo dei bambini, abbiamo deciso di accogliere le diversità costruendo didattiche individuali, ritrovando in questo percorso sia noi che il bambino.

I bambini hanno portato a noi questo valore, questo aspetto e noi da una didattica conclusa e definitiva abbiamo creato e coltivato una didattica dinamica.

Settimana dopo settimana l’abbiamo vista prendere forma proprio attraverso il bambino, il vero insegnante di sé stesso e anche il nostro.

Amiamo definirci come facilitatori, aiutatori come introduceva Lipman nella sua Philosophy for Children.

Ora arrivando ad oggi possiamo dire con tanta soddisfazione che possiamo ripartire con la nostra super didattica.

Abbiamo capito che esiste un tempo per l’idea e un tempo per la messa in pratica…non sempre i due coincidono, la bellezza e la capacità di crescere è ascoltare ambedue i tempi creando un tempo dinamico reale che segue il respiro del creato e il nostro respiro più profondo, più originale.

Uno dei laboratori che abbiamo comunque svolto in questo periodo di transito è stato il laboratorio di Geostoria (di cui andiamo particolarmente fiere).

Abbiamo costruito con i bambini un percorso dalle origini fino ai giorni nostri…dalla nascita dell’universo agli esordi del primo Ominide fino ad arrivare alle prime civiltà e alla nascita della scrittura, soffermandosi sulle grandi scoperte senza mai abbandonare il concetto di tempo e di spazio nell’evoluzione.

Noi che siamo sempre più immersi in un presente fittizio dato da una società capovolta, dimentichiamo con più facilità il tempo vero del tempo. Nella surrealtà di questa realtà, voltare pagina diventa semplicemente un click, per milioni e milioni di anni però, non è stato così… Ci sarà un significato in questo!

L’importanza del tempo originale ci sembra quindi un valore da coltivare con lo studio, la curiosità e la domanda.

Concludendo, in questa sezione, non solo potrete seguire la nostra didattica dinamica ma potrete anche leggere dei nostri super bambini e di tutte le loro caratteristiche, di quello che ci insegnano attraverso le loro difficoltà e di quello che noi ci inventiamo per Facilitarli nella giusta visione di sé e del mondo.

Grazie a Olimpia, Ottavia, Vittoria, Bosco, Mila, Michela, Riccardo e Umut, Giuseppe, Lia, Stefania, Valentina, Manuela e Tommaso.

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